Zero netto
Nel mese di giugno 2023 la Svizzera ha deciso che intende raggiungere il saldo netto delle emissioni pari a zero entro il 2050. La VSA sostiene questo obiettivo, che vale anche per lo smaltimento delle acque di scarico e la canalizzazione. La protezione delle acque deve essere attuata rispettando il più possibile le risorse.
L’obiettivo zero netto prevede di ridurre le emissioni di gas serra a un livello considerato non più dannoso per la salute e gli ecosistemi naturali. I limiti accettabili per il nostro pianeta vengono rispettati e si crea un ambiente privo di sostanze inquinanti. La gestione delle acque nelle aree urbane offre il proprio contributo.

«La VSA si impegna con tutte le sue forze per raggiungere l’obiettivo dello zero netto nello smaltimento delle acque di scarico: massima riduzione delle emissioni di protossido di azoto e di metano, produzione di energia solare e sfruttamento del potenziale di utilizzo del calore, massima attuazione possibile dell’economia circolare e compensazione delle restanti emissioni che non possono essere evitate, ove possibile mediante pozzi di CO2 presso gli IDA.»
Stefan Hasler, Direttore VSA
Zero netto nel canalizzazione
La maggior parte delle emissioni di gas serra derivanti dalla costruzione di nuove condutture è dovuta alla fabbricazione dei tubi. Per quanto riguarda la costruzione delle condotte, è importante che la canalizzazione abbia la vita utile più lunga possibile; a questo proposito risulta promettente allungare la vita utile mediante misure conservative come i cosiddetti «inliner». Di conseguenza, i potenziali di ottimizzazione esistenti riguardano la durata di utilizzo il più possibile estesa, un elevato tasso di riciclaggio dei materiali e una minore quantità di calcestruzzo come materiale di rivestimento.
Zero netto nel depurazione delle acque di scarico
Lo smaltimento delle acque di scarico è responsabile dell’1,5% circa delle emissioni di gas serra della Svizzera. La parte del leone è svolta dalle emissioni di protossido di azoto (N2O), che arrivano quasi al 70%. Questo gas si può formare come prodotto intermedio dai processi di depurazione biologica. Le emissioni restanti sono il metano (CH4) ed emissioni indirette derivanti dalla costruzione e dalla fornitura di mezzi d’esercizio e di corrente.
Ridurre le emissioni
Secondo la legge sul clima e l’innovazione, gli IDA ridurranno il più possibile le emissioni di N2O e CH4 generate durante il funzionamento ed eviteranno le emissioni di CO2 fossile.
Le sovvenzioni della Fondazione KliK sono utilizzate per incentivare la rapida attuazione di misure operative volte a ridurre le emissioni di protossido di azoto. Entro il 2050 è necessario coordinare le misure strutturali necessarie con i cicli di rinnovamento degli impianti e con le misure per l’eliminazione dell’azoto e delle sostanze in traccia. Le sovvenzioni KliK possono essere richieste anche per ridurre le emissioni di metano generate dalla fase di digestione.
Le restanti emissioni di protossido di azoto, che non possono essere evitate, devono essere compensate con i pozzi di assorbimento di CO2. Da un lato, ciò potrebbe avvenire negli IDA con la tecnologia «Carbon Capture Storage» (CCS) durante il trattamento del biogas o del CO2 biogenico derivante dallo stadio biologico. Dall’altro, sarebbe auspicabile convertire i fanghi di depurazione in carbone «stoccabile definitivamente». Tuttavia, quest’ultima possibilità lascia alcune domande in sospeso, oltre alla necessità di tenere conto dei requisiti legali relativi al recupero del fosforo contenuto nei fanghi di depurazione. Sono quindi necessari progetti pilota volti a chiarire questi aspetti.
Sfruttare il potenziale di utilizzo del calore negli IDA
Le acque di scarico presentano un potenziale elevato di utilizzo del calore, che viene sfruttato solo in casi isolati. Inoltre, gli IDA ben si prestano per l’installazione di impianti fotovoltaici e per la produzione di energia solare. La VSA vuole raggiungere l’obiettivo zero netto senza acquistare certificati di compensazione.
Le misure necessarie devono essere finanziate con le tasse sulle acque di scarico. A questo proposito, però, non si dispone ancora di una base giuridica chiara.