Depurazione delle acque di scarico
Circa 750 impianti di depurazione pubblici in tutta la Svizzera depurano le acque di scarico 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno. La possibilità di poter nuotare in sicurezza in fiumi e laghi e, in molti casi, poter bere acque di falda come acqua potabile senza trattamenti onerosi la dobbiamo non da ultimo a un sistema funzionante di depurazione delle acque di scarico. La rete capillare di IDA è stata costruita con grande impegno, soprattutto a partire dagli anni Sessanta.
Infografica Depurazione delle acque di scarico
La nostra infografica spiega le fasi principali della depurazione in un IDA.
«La depurazione delle acque di scarico fornisce un contributo fondamentale alle acque vive. L’economia circolare e l’obiettivo di un saldo netto pari a zero sono altri temi importanti per gli impianti di depurazione. È tutto molto interessante!»
Reto Manser, Co-responsabile CC Depurazione delle acque
L’origine della depurazione delle acque
IDA di prima generazione
Gli impianti di depurazione di prima generazione si limitavano per lo più alla decomposizione delle sostanze organiche presenti nelle acque luride. In una prima fase, le acque luride in ingresso vengono depurate meccanicamente, per lo più attraverso una griglia e un dissabbiatore, cui fa seguito un bacino di decantazione primaria dove altre sostanze grossolane possono sedimentare. Le acque di scarico così pretrattate vengono poi depurate biologicamente, nella maggior parte dei casi utilizzando il processo a fanghi attivi. I solidi rimanenti possono depositarsi nel successivo bacino di decantazione finale prima che le acque siano immesse in un corso d’acqua.
IDA di seconda generazione: nitrificazione, denitrificazione e precipitazione dei fosfati
Sebbene la depurazione biologica assicuri una buona eliminazione degli inquinanti organici, le sostanze indesiderate come l’ammonio, che può causare un forte consumo di ossigeno, o il fosforo rimangono solitamente presenti in alte concentrazioni nelle acque di scarico depurate.
Negli ultimi decenni si è riusciti a integrare nel processo di depurazione originale una serie di processi di depurazione aggiuntivi per eliminare queste sostanze. I procedimenti più importanti sono la nitrificazione (decomposizione dell’ammonio), l’eliminazione chimica o biologica del fosforo e la denitrificazione (conversione del nitrato in azoto atmosferico).
Eliminazione di microinquinanti
Ma anche gli IDA di seconda generazione non sono impianti «tuttofare»: riescono infatti a decomporre le sostanze organiche in traccia, i cosiddetti microinquinanti, solo in misura inadeguata. Queste sostanze in traccia sono presenti in molti prodotti di uso quotidiano, tra cui farmaci, detergenti e prodotti per la cura della persona. Pur comparendo in concentrazioni ridotte nelle acque di scarico o nei corpi idrici, danneggiano comunque gli organismi acquatici e possono penetrare nelle risorse di acqua potabile.
Lotta ai microinquinanti con una duplice strategia
Con una modifica della legge sulla protezione delle acque e della relativa ordinanza, a inizio 2016 la Confederazione ha posto le basi per attenuare il carico delle acque dovuto alla presenza di microinquinanti. Da un lato, occorre ridurre massicciamente i carichi provenienti dai grandi IDA; dall’altro, anche gli IDA più piccoli devono essere dotati di uno stadio di trattamento aggiuntivo nei casi in cui i corpi idrici presentino concentrazioni troppo elevate di microinquinanti o scarichino in acque sensibili (ad es. utilizzo di acqua potabile). Questo stadio di depurazione aggiuntivo rimuove i microinquinanti. Ulteriori informazioni sullo statio di depurazione aggiuntivo sono disponibili sulla piattaforma tecnologie per la rimozione dei microinquinanti.
Organizzazione dello smaltimento delle acque di scarico
Tutti e tre i livelli dello Stato – Confederazione, Cantoni e Comuni – sono coinvolti nello smaltimento delle acque di scarico, con ruoli e compiti diversi. La base è costituita dalla legislazione sulla protezione delle acque.
Confederazione
La Confederazione emana la legge sulla protezione delle acque e l’ordinanza sulla protezione delle acque, che prevedono diversi strumenti di gestione. Per gli IDA sono previsti vari obiettivi in funzione delle prestazioni e sono fissati valori limite concreti per diverse sostanze. Per lo smaltimento delle acque urbane la legislazione prescrive l’allestimento di strumenti di pianificazione; per esempio ogni Comune deve elaborare un piano generale di smaltimento delle acque (PGS).
Cantoni
Ai Cantoni compete applicare la legislazione federale. In qualità di autorità di vigilanza, i Cantoni controllano la capacità depurativa degli IDA e precisano i requisiti relativi al PGS. Anche le prescrizioni concrete relative all’infrastruttura per le acque di scarico (es. ubicazione dell’IDA centrale) sono definite dalle autorità cantonali.
Comuni
In Svizzera, i Comuni sono responsabili dello smaltimento delle acque di scarico: sono loro gli enti che provvedono effettivamente a questo compito pubblico. La maggior parte delle canalizzazioni pubbliche (circa il 90%) appartiene ai Comuni stessi. Lo strumento fondamentale per la gestione di questa preziosa infrastruttura è il PGS. Tuttavia, poiché l’esercizio di un impianto di depurazione delle acque di scarico è un compito complesso, la maggior parte dei Comuni si è organizzata in consorzi intercomunali che provvedono insieme alla gestione degli IDA. Anche i grandi canali di adduzione all’IDA, ai quali sono allacciati più Comuni, sono spesso di proprietà di questi consorzi intercomunali.